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CHI SONO
Computer
Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno.
(A. Einstein)


La Fotografia ed il Computer

Scatto in RAW. E quindi per ottenere una foto "sviluppata", normalmente in JPEG per poi poterla vederla, stamparla o metterla on-line, sono costretto ad utilizzare il computer.
Per mia "personalissima scelta personale" ho deciso da sempre di non utilizzare programmi di fotoritocco; non sta certo a me definire fino a che punto è lecito spingersi con la post-produzione delle fotografie e con l’elaborazione delle immagini.
Personalmente non mi sento di appartenere al gruppo di quelli che cercano a tutti i costi l'effetto "WOW", utilizzando tutte le infinite possibilità creative dei programmi di fotoritocco; ma tantomeno neanche a quello dei “contrari per etica”, dove ogni azione effettuata sull’immagine, che necessiti di un software e di un computer, rappresenta il male assoluto.
Ho scelto di non utilizzare Photoshop o similari perchè ho sempre creduto che un'immagine diventi una fotografia solo quanto sia più simile possibile a quello che avevo dentro l'obiettivo al momento dello scatto. Semplicemente...non voglio stravolgere le immagini come spesso vedo in giro. Ho scelto e deciso di limitarmi a sviluppare il file RAW, fermandomi quindi all'eventuale color correction, contrasto, noise reduction e magari un ritaglio per composizione. Niente più.
Vorrei diventare un bravo fotografo, non un bravo grafico...

Poi ci sono magari delle situazioni in cui non basta sviluppare un RAW; situazioni in cui i limiti fisici dell'attrezzatura impongono scelte diverse e, per ottenere un'immagine corretta, bisogna utilizzare decisamente il Computer.
E sono le 2 soluzioni in cui avere un computer per "migliorare" una foto che in altri casi sarebbe impossibile avere con quelle caratteristiche, è una soluzione che ho accettato di buon grado. Anzi, sto cercando di legare queste 2 mie passioni (computer e fotografia) per ottenere il massimo possibile dalla mia attrezzatura fotografica e nel contempo divertirmi a sperimentare con il computer!
Di seguito queste situzioni:
  • Focus Stacking

Utilizzo il Focus Stacking per riprese macro con alto Rapporto di Riproduzione (R:R); normalmente da 1:2 in su.
Il Rapporto di Riproduzione R:R è il rapporto esistente tra le dimensioni dell'immagine sul sensore e le dimensioni reali del soggetto. Quando le dimensioni dell'immagine sul sensore sono uguali a quelle del soggetto, si dice che il rapporto di riproduzione è di uno a uno (1:1). Se le dimensioni dell'immagine sul fotogramma/sensore sono la metà di quelle del soggetto, si dice che il rapporto di riproduzione è di 1:2 e così via. Quando si fotografa piccoli oggetti o animali con alti livelli di R:R, anche se utilizziamo il diaframma più chiuso di cui disponiamo (f16 o f22) , non riusciremo a mettere a fuoco una porzione più grande di qualche decimo di millimetro.
Il Focus Stacking consiste nel realizzare una serie di scatti (stack appunto) in sequenza , dello stesso soggetto con la stessa inquadratura, in cui l’unica variabile è il punto di messa a fuoco del soggetto stesso, per poi essere elaborati da appositi programmi, al fine di ottenere un unico scatto in cui la parte a fuoco della foto è data dalla somma di tutte le foto realizzate. Questo ci consente quindi di estendere la profondità di campo oltre i limiti fisici della distanza, del diaframma e della focale utilizzate, che è il vero problema nel macro spinto.
Qualche programma che permette di "impilare" (stacking) tutte queste immagini diverse solo per il punto di messa a fuoco (PdF) ed ottenere un'unica immagine sono, per esempio, Combine (gratuito), Helicon Focus (a pagamento) o ZereneStacker (a pagamento); anche Photoshop permette la gestione del Focus Stacking (da CS4 in poi).
Questa immagine, per esempio, è stata realizzata con un vecchio obiettivo macro 1:1 attaccato ad un soffietto:



Per ottenerla ho eseguito 60 scatti con diversi punti di messa a fuoco; cominciando dal punto più vicino all'obiettivo per terminare nel punto più lontano.
Tutte queste immagini sono poi state impilate (stacking) da un programma apposito per ottenere l'immagine finale risultante; nel mio caso Helicon Focus.

QUI è disponibile un'animazione con tutti i singoli scatti fatti.

(Cliccare sull'immagine per ingrandirla)

E' possibile anche montare tutte le immagini del Focus Stacking per ottenere un video; tale video mostra l'oggetto ripreso dalle varie angolazioni; infatti anche se la macchina fotografica è fissa nello stesso punto, focalizzando punti differenti dell'oggetto, si possono ottenere video interessanti.
Qui, ad esempio, 3 video ottenuti dalle immagini riprese in Focus Stacking per 3 fotografie presenti su questo sito:
  • Stacking delle immagini notturne (stelle)

Fotografare le stelle comporta una serie di problemi che sembrano in contrapposizione tra loro.
E' notte e la luminosità è chiaramente molto bassa; in queste condizioni la soluzione immediata sarebbe quella di utilizzare un lungo tempo di esposizione. Ma le stelle si muovono (in effetti è la nostra Terra che gira ma non è importante al momento...) e anche abbastanza velocemente. Quindi nella ricerca del massimo tempo di esposione per avere le stelle possibilmente puntiformi e non avere la "strisciata" si utilizza la famosa "regola del 500". In sostanza basta dividere 500 per la lunghezza focale dell'obiettivo (o focale equivalente nel caso si usi una APS-C) per ottenere il tempo di esposizione . Se si sta usando una focale di 24mm (full frame), basta calcolare 500/24=21. Sono quindi 21 i secondi di esposizione massima per avere le stelle come punti di luce; in effetti poi dipende anche dall'azimuth; a volte io scendo anche a 400 per avere le stelle più puntiformi possibili.
Ma 20 secondi di esposzione in piena notte....è veramente un tempo basso. Il diaframma è sempre quello più aperto possibile (almeno un obiettivo con f2,8) e con un tempo di esposzione così basso bisogna salire con la sensibilità ISO.
Salire con gli ISO però comporta una rapida degradazione della qualità di immagine per l'insorgenza del rumore (soprattutto di luminanza; che cresce esponenzialmente all'aumento degli ISO).
Ho scelto quindi di fotografare le stelle e la Via Lattea eseguendo degli stack delle singole foto con il massimo tempo di esposizione permesso dalla regola del 500 e con sensibiltà ISO piuttosto alta (inizio con 1600 per arrivare anche a 3200; molto raramente 6400).
In questo modo ottengo una serie di foto con le stelle puntiforme ma con alta presenza di rumore; questa serie (normalmente di 15 foto) in cui il primo piano è fisso e con le stelle in posizione diversa per ogni singola foto (visto che sono scattate a diversi secondi di distanza l'una dall'altra e le stelle intanto hano cambiato posizione).
Senza entrare nelle teoria del rumore casuale nelle immagini digitali, una volta allineate le foto (quindi le stelle e NON il primo piano che risulterà tutto mosso) se si esegue uno stacking con il metodo "Mediana", il risultato sarà un file con pochissimo rumore nelle parti sovrapposte.
Allineare separatamente cielo e primo piano non è semplice. Esistono diversi programmi che permattono di allineare le stelle; ne esistono pochissimi in grado di eseguire questo allienamento separatamente tra il cielo (le stelle) e l'eventuale primo piano: io utilizzo SEQUATOR. Per me un ottimo programma (tra l'altro gratuito) che permette proprio di eseguire gli allineamenti di cielo-primo piano in maniera separata; alla fine dell'elaborazione si otterrà un'immagine con una notevole diminuzione del rumore.
Queste ad esempio sono foto ottenute ognuna con 12 immagini singole allineate ed impilate in stacking con Sequator:

(Cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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